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L'origine dei vostri Doveri sta in Dio. La definizione dei vostri DOVERI sta nella sua Legge. La scoperta progressiva e l'applicazione della sua Legge appartengono all'Umanità.
Parte seconda
Dio esiste. Noi non dobbiamo né vogliamo provarvelo: tentarlo ci sembrerebbe bestemmia, come negarlo, follia. Dio esiste perché noi esistiamo. Dio vive nella nostra coscienza, nella coscienza dell'Umanità, e nell'Universo che ci circonda. La nostra coscienza lo invoca nei momenti più solenni di dolore e di gioia. L'Umanità ha potuto trasformarne, guastarne, non mai sopprimerne il santo nome. L'Universo lo manifesta coll'ordine, coll'armonia, colla intelligenza dei suoi moti e delle sue leggi.
Non vi sono atei fra voi: se ve ne fossero, sarebbero degni non di maledizione, ma di compianto. Colui che può negare Dio davanti ad una notte stellata, davanti alla sepoltura de' suoi più cari, davanti al martirio, è grandemente infelice o grandemente colpevole.
Il primo ateo fu senz'alcun dubbio un uomo che avea celato un delitto agli altri uomini e cercava, negando Dio, liberarsi dell'unico testimonio a cui non poteva celarlo e soffocare il rimorso che lo tormentava: forse fu un tiranno che avea rapito colla libertà metà dell'anima a' suoi fratelli e tentava sostituire l'adorazione della Forza brutale alla fede nel Dovere e nel Diritto immortale.
Dopo lui, vennero qua e là, di secolo in secolo, uomini che per aberrazione di filosofia insinuarono l'ateismo, ma pochissimi e vergognosi: - vennero, in momenti non lontani da noi, moltitudini, che per irritazione contro un'idea di Dio falsa, stolta, architettata a proprio benefizio da una casta o da un potere tirannico, negarono Dio medesimo; ma fu un istante, e in quell'istante adorarono, tanto avevano bisogno di Dio, la dea Ragione, la dea Natura.
Oggi, vi sono uomini che aborrono da ogni religione, perché vedono la corruzione nelle credenze attuali e non indovinano la purità di quelle dell'avvenire; ma nessun tra loro osa dirsi ateo: vi sono preti che prostituiscono il nome di Dio ai calcoli della venalità, o al terrore dei potenti: vi sono tiranni che lo imposturano invocandolo a protettore delle loro tirannidi; ma perché la luce del sole ci viene spesso offuscata e guasta da sozzi vapori, negheremo il sole o la potenza vivificatrice del suo raggio sull'universo? Perché dalla libertà i malvagi possono talvolta far sorgere l'anarchia, malediremo alla libertà? La fede in Dio brilla d'una luce immortale attraverso tutte le imposture e le corruttele che gli uomini addensano intorno a quel nome. Le imposture e le corruttele passano, come passano le tirannidi: Dio resta, come resta il Popolo, immagine di Dio sulla terra. Come il popolo, attraverso schiavitù, patimenti e miserie, conquista a grado a grado coscienza, forza, emancipazione, il nome santo di Dio sorge dalle rovine dei culti corrotti a splendere, circondato d'un culto più puro, più fervido e più ragionevole.
Io dunque non vi parlo di Dio per dimostrarvene l'esistenza, o per dirvi che dovete adorarlo: voi lo adorate, anche non nominandolo, ogni qualvolta voi sentite la vostra vita e la vita degli esseri che vi stanno intorno: ma per dirvi come dovete adorarlo; per ammonirvi intorno a un errore che domina le menti di molti tra gli uomini delle classi che vi dirigono, e, per esempio loro, di molti tra voi: errore grave e rovinoso quanto è l'ateismo.
Questo errore è la separazione più o meno dichiarata, di Dio dall'opera sua, dalla Terra sulla quale voi dovete compire un periodo della vostra vita.
Avete, da una parte, una gente che vi dice: "Sta bene: Dio esiste; ma voi non potete più che ammetterlo ed adorarlo. La relazione tra lui e gli uomini, nessuno può intenderla o dichiararla. È questione da dibattersi fra Dio medesimo e la vostra coscienza. Pensate intorno a questo ciò che volete, ma non proponete la vostra credenza ai vostri simili; non cercate d'applicarla alle cose di questa terra. La politica è una cosa, la religione un'altra. Non le confondete. Lasciate le cose del Cielo al potere spirituale stabilito, qualunque ei siasi, salvo a voi di non credergli, se vi pare ch'ei tradisca la sua missione: lasciate che ognuno pensi e creda a suo modo; voi non dovete occuparvi in comune che delle cose della terra. Materialisti o spiritualisti, credete voi nella libertà, o nell'eguaglianza degli uomini? volete il ben essere per la maggiorità? volete il suffragio universale? Riunitevi per ottenere codesto intento; non avete bisogno per questo d'intendervi sulle quistioni che riguardano il cielo".
Parte terza
Questo errore è la separazione più o meno dichiarata, di Dio dall'opera sua, dalla Terra sulla quale voi dovete compire un periodo della vostra vita.
Avete, da una parte, una gente che vi dice: "Sta bene: Dio esiste; ma voi non potete più che ammetterlo ed adorarlo. La relazione tra lui e gli uomini, nessuno può intenderla o dichiararla. È questione da dibattersi fra Dio medesimo e la vostra coscienza. Pensate intorno a questo ciò che volete, ma non proponete la vostra credenza ai vostri simili; non cercate d'applicarla alle cose di questa terra.
La politica è una cosa, la religione un'altra. Non le confondete. Lasciate le cose del Cielo

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